Camille et Emile

Descrizione del libro

Cristina Contilli ha fatto una ricerca dettagliatissima nella vita di Camille che è una delle figure femminili più interessanti in campo artistico. Una donna che ha cercato di vivere la propria vita liberamente, in un’epoca in cui le donne erano ancora sottomesse. Una grande artista, ma anche una donna passionale che purtroppo, proprio per la sua voglia di essere se stessa in un mondo ancora prettamente maschilista, viene considerata pazza e rinchiusa in una clinica psichiatrica.

booktrailer

Commento

Ho avuto molte remore alla lettura di questo romanzo, non perché pensassi che mi avrebbe deluso avendo letto e apprezzato diverse opere di Cristina Contilli ma per le vicende che coinvolgono la protagonista del romanzo, Camille Claudel, (una tra le più bravi scultrici che ha vissuto a cavallo tra il XX e il XXI secolo) internata per anni in cliniche psichiatriche per problemi di isteria e manie di persecuzione. Essendo io stessa figlia di uno scultore so quale coinvolgimento emotivo abbia creare un’opera d’arte da ciò che appare materia inerme, inoltre ho dovuto affrontare in famiglia patologie simili a quelle dell’autrice, che non sono facili da gestire e che creano forti contrasti e ambivalenze di comportamenti in chi dovrebbe comprendere e curare.

Camille Claudel ha la sfortuna di nascere in una famiglia borghese in un periodo in cui la scultura era ancora considerata un’arte da uomini e nel quale atteggiamenti di forte apertura sessuali venivano giudicati scandalosi. La Claudel è stata una grande artista e una donna di forti passioni come quella per il maestro Rodin che l’abbandonò dopo che lei si era messa contro la famiglia per amore suo.

Sarebbe stato più facile per Cristina Contilli raccontare di quest’amore scandaloso, farci entrare nella vita di Camille quando era ancora bella e piena di speranza, invece la sua ricerca storica la porta a narrarci di una Camille matura, provata da anni di internamento, sfiduciata nei confronti della famiglia che ha insistito per le cure forzate perché era più semplice togliersela di torno piuttosto che affrontare le condotte scandalose della figlia. Il romanzo è incentrato soprattutto  sul rapporto tra Camille ed Emile Boulanger, un industriale farmaceutico che curò Camille con medicine innovative per i tempi con l’aiuto degli psichiatri della clinica di Salpétriere, alcune donne pioniere nella cura delle malattie mentali. Colpisce come alla volontà degli stessi medici nel ritenere superfluo l’internamento della paziente si opponesse la famiglia Claudel che ritenevano Camille pericolosa per se stessa e per gli altri. Cristina alla realtà storica aggiunge la possibilità che la scultrice e l’affascinante farmacista abbiano avuto una figlia, Aurore, che tuttavia fu cresciuta dalla famiglia di Emile

Ciò è supportato da ricerche condotte dall’autrice su notizie e zone ombra presenti nei documenti relativi alla scultrice che potrebbero realmente nascondere una maternità di Camille, che la riscatterebbe dall’aborto forzato mentre era l’amante di Rodin, ma sarebbe stato un ulteriore dolore in quanto non avrebbe potuto materialmente crescere la figlia.

Cristina Contilli fa parlare direttamente la protagonista e ci mostra una donna e un’artista che cerca disperatamente la libertà di amare, di creare e di vivere come una persona normale. Assecondando il suo stile realistico l’autrice crea un certo distacco dal personaggio che potrebbe essere un limite ma in questo caso lascia al lettore la giusta lucidità di giudizio, inoltre la reale malattia della Claudel è documentata nell’ampia appendice che riguarda opere, cartelle cliniche con diagnosi e cure. Camille et Emile non è solo il tributo per un’artista che avrebbe potuto lasciare davvero un’impronta importante nel panorama artistico mondiale se gliene fosse stata data la possibilità, è un’analisi approfondita su una società che nonostante i pregiudizi si avviava al cambiamento.

Camille et Emile

Cristina Contilli

lulu.com

ISBN 9781470982034

3 pensieri su “Camille et Emile

  1. cristina ha detto:

    Grazie della recensione, hai davvero colto nel segno…

    Nel 2009 è uscito un saggio su Camille che cita uno studio di 2 psichiatri pubblicato nel 1909 secondo cui la patologia di Camille anche all’epoca poteva essere curata senza che lei fosse internata…

    Il fatto è che il medico che ha scritto la sua richiesta di ricovero era nato negli anni ’50 dell’800 e aveva fatto la specializzazione negli anni ’80 dell’800 poi aveva lasciato la Salpétriere aveva lavorato in un ospedale normale ed è rimasto famoso per i suoi studi sulla sterilizzazione degli strumenti in sala operatoria e per aver dato l’avvio in Francia alla medicina sportiva quindi non era uno psichiatra in senso stretto, era quello che oggi si direbbe un medico di famiglia… il che non implica che Camille non fosse malata, ma sarebbe stato più ragionevole portarla in ospedale col suo consenso piuttosto che portarcela con la forza…

    D’altra parte è anche vero che i familiari ad un certo punto non sapevano più come gestirla perché i vicini di casa del palazzo di Parigi dove abitava si lamentavano dei suoi comportamenti, la madre non voleva in casa con lei perché non ci andava d’accordo, il fratello era sempre all’estero per lavoro…

    Insomma, una situazione problematica…

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