Sulla presunta tolleranza di boomer e generazione X non sono d’accordo

Da giorni su Facebook vedo girare questo post…

La nostra generazione era tollerante. E non lo sapeva. Vi siete inventati il fluid gender e, di conseguenza, l’omofobia. Io vengo dalla generazione che ascoltava e amava David Bowie, Lou Read e non si è mai posta il problema di che preferenze sessuali avessero. Fregava niente, anzi, contenti loro e, in qualche caso, beati loro. Elton John e Freddy Mercury, George Michael. Siamo anche la generazione che amava i Led Zeppelin o i Deep Purple o Neil Young o gli Eagles. Senza porsi il problema dei testi che oggi sarebbero giudicati sessisti. Quando arrivò Boy George non ci chiedemmo se gli piacesse il maschio, la femmina o tutti e due. Ci godemmo semplicemente la sua musica. E quando Jimmy Sommerville ci raccontò la sua storia di ragazzo di una piccola città, ci commuovemmo e cantammo insieme a lui. E non c’erano leggi a costringerci a essere solidali o quantomeno partecipi. Non c’erano minacciose commissioni o attenti guardiani a censurarci se ci usciva una battuta. C’era Alyson Moyet, allora decisamente oversize ma bellissima e bravissima, e nessuno pensava valesse meno di una Claudia Schiffer. Anzi. Vorrei capire che è successo nel frattempo, perché secondo me tutti questi censori hanno l’unico effetto di creare quello che censurano, di generarlo per reazione. Secondo me eravamo tanto più avanti senza imposizioni, perché le imposizioni, si sa, spesso generano l’effetto contrario.(NICCOLÒ NESI)

Pur non conoscendo l’autore del post e che è probabilmente convinto di ciò che ha scritto perché probabilmente non era omofobo, così come non lo ero io, tanti di quelli che lo pubblicano con copia/incolla non si rendono conto delle implicazioni di un simile commento.

L’autore cita star e in quanto tali vengono considerati in modo diverso dai fan. E se proprio vogliamo essere precisi ricordo che George Michael dovette attendere anni prima di fare coming out e diverse notti in gattabuia per problemi legati alla sua omosessualità.

Non credo poi che coloro che hanno fatto girare il post siano così liberi di vedute e che mai in cuor loro non abbiano giudicato questi artisti per il loro fluid gender.

Vogliamo parlare di ciò che accadeva in mezzo alle strade? Non ricordo almeno nella mia città episodi di violenza su coppie di omosessuali che avessero mostrato il loro affiatamento per strada, ma penso perché nessuno aveva tanto coraggio da farlo pubblicamente. Se non ricordo male gli italiani non erano neanche razzisti 50 anni fa semplicemente perché uno straniero di colore si vedeva con il binocolo.

Vogliamo parlare dei testi più o meno giudicati sessisti? Il catcalling non era una pratica da denigrare, era la normalità. Se un uomo non faceva commenti per strada almeno una volta al giorno pensava di non aver assolto alla sua sacralità di maschio sano e etero. Ricordo che quei commenti da ragazzina mi terrorizzavano, addirittura a volte facevo delle smorfie camminando per strada per apparire più brutta di quanto fossi in realtà. Vorrei inoltre ricordare che il delitto d’onore è stato tolto nel 1981, quindi vorrei dire a questi signori: “Di che cosa stiamo parlando?”

Appena qualche giorno fa ho visto in Rai un siparietto con Milva nel quale il partner maschile canticchiava qualcosa che metteva insieme sculettare e adescamento. Mia figlia quindicenne, figlia di una generazione senza genere mi ha guardato sconvolta e io non ho potuto che darle ragione. Vogliamo ricordare i primi processi per stupro durante i quali si chiedeva alla vittima se avesse goduto, che cosa indossava, che cosa aveva bevuto? E poi vorrei dire al caro autore che ai miei tempi la conoscenza dell’inglese era a un livello medio di A2, che cosa potevamo saperne dei testi dei Led Zeppelin o degli Eagles?

Altro argomento affrontato: i grassi. Mi fa piacere che l’autore apprezzasse le donne oversize, ma ricordo anche come alcune ragazze venissero discriminate e ridicolizzate per il peso. Purtroppo anche io ho avuto problemi legati ai disturbi alimentari, pertanto chiederei al nostro amico di togliersi gli occhiali da presbite con cui guarda in modo critico il presente e di indossare quello da miope per guardare bene indietro nel tempo, nei vicoli di provincia, nelle camerette in cui tant* giovan* soffrivano per non potere dire apertamente ciò che avevano nel cuore, nei bagni nei quali tante ragazze vomitavano l’anima per essere snelle come la cheerleader della comitiva.

Comprendo a pieno il punto di vista dell’autore ma non posso condividerlo. La violenza c’era anche negli anni ’80 ma aveva altre matrici, erano ideologiche, legate alla micro o grande delinquenza, ma non era amplificata dai Social, non era legata alla diversità perché non c’era nessuno che ci guazzava sopra per distogliere l’attenzione dalla propria inefficienza. Purtroppo mettendo in giro post simili, seppure con le migliori intenzioni, si fa il gioco di chi vuole minimizzare il problema, che sebbene non sia risolutivo per il Paese è pur sempre un passo avanti sul cammino del riconoscimento dei diritti civili di un popolo evoluto.

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