L’inutilità della lettera Q

Descrizione del libro

Giorgio De Franchis è un uomo duro, deciso e pronto all’azione. Dopo un passato nei servizi segreti ha iniziato a collaborare come free lance con gli apparati di sicurezza dei Paesi a maggior rischio terroristico e non è tipo che ama lasciare gli incarichi a metà. Una sera riceve una telefonata: a Parigi, all’uscita dall’Opera, in piazza della Bastiglia, Daniel Morel è stato aggredito e gravemente ferito.

Daniel è il grande amore di Giorgio, un amore nato sui banchi di scuola. L’unica relazione davvero importante nella vita di un solitario come lui, un rapporto profondo, capace di superare le convenzioni e creare un legame indissolubile. E per lui Giorgio si precipita a Parigi…

Commento

La sinossi continua nel risvolto della copertina, svelando gran parte della trama del romanzo, particolare che io avrei evitato.

Quando mi sono ritrovata questo romanzo tra le mani, oltre ad avere apprezzato la scelta di titolo e immagine di copertina ho espresso i miei preconcetti su come si sarebbe svolta la storia. Immaginavo un personaggio principale stereotipato, un maschio alfa, testosteronico, una sorta di Rambo metropolitano che avrebbe trionfato a forza di pugni e revolver, perché, si sa, la giustizia trionfa sempre.

Giorgio De Franchis in effetti rientra nello stereotipo con la variante di un amore “forever” con un altro uomo. Nel momento in cui Daniel si trova in pericolo di vita, Giorgio ritorna come un angelo protettore e vendicatore per fare luce sui fatti.

Chi vuole Daniel morto e perché? Chi infine lo finisce in un letto d’ospedale in barba delle forze dell’ordine? Giorgio inizia a scavare nella vita  di un raffinato direttore di un museo, senza mai perdere di vista l’interesse personale in questa storia.

Scopre che ci sono dei punti oscuri nella vita di quell’uomo a cui aveva giurato eterno aiuto. Punti che in qualche modo si incontrano e divergono. Tutto sembra concentrarsi su un quadro di Claude Monet Impression, soleil levant

Mille dubbi sorgono nella mente di Giorgio e degli inquirenti che stanno seguendo il caso sulla autenticità del dipinto. Man mano che le indagini parallele continuano la verità si presenta come la seconda barchetta del dipinto, velata nella luce dell’alba.

I miei commenti ai libri in genere sono paragonabili più a un quadro impressionista che all’ipperealismo, nel senso che analizzo non ciò che è ma ciò che io vi ho visto alla luce delle mie esperienze e della mia sensibilità.

Ho adorato il titolo. A ben riflettere, la lettera Q dell’alfabeto italiano è del tutto inutile e lo sa bene un’insegnante di primaria che si dispera per fare comprendere la differenza con la cugina “C”. Ma non riesco a farmi digerire da un punto di vista estetico “cuindici” o “cincue” (è pur vero che mi ritengo una reazionaria della lingua italiana che combatte contro la globalizzazione della sintesi digitale. Davanti a un mondo standard ritengo giusto difendere una lingua tra le più ricche e musicali al mondo). Catoni affida a una lettera postuma di Daniel la responsabilità di spiegarne la connotazione. Sentirsi belli e inutili come la lettera Q. A chi non è mai capitato? A me almeno un paio di volte nella vita, una inutilità alla quale ho reagito affondando il mio vuoto nella scrittura.

Un’altra frase che ha colpito la mia attenzione spinge a riflettere su “Quanti dubbi ci sono in un minuto”. Un concetto caro al relativismo di Einstein, una frase sintesi di infiniti momenti che hanno vessato la nostra vita.

L’inutilità della lettera Q è un romanzo che grazie ai personaggi esce dagli stereotipi ma che allo stesso tempo non posso apprezzare del tutto in quanto rivolta il mio sentire positivo.

Io sono un’idolatra dell’happy end e questo romanzo ne rivolta totalmente il significato. Odio la drammaticità dell’amore di stampo maschile. C’è quasi sempre la fusione dell’amore con la morte. Per me l’amore è vita e la giustizia non è vendetta. L’autore attraverso i suoi personaggi sembra urlare che davanti a chi è più grande e potente non c’è né soluzione né salvezza.

Giorgio ha solo uno scopo e lo soddisfa appieno  in un atto profondo di eroismo e di amore. Non convince la mia visione del mondo né il mio senso di responsabilità. Giorgio avrebbe potuto essere altrettanto eroico aiutando i vivi più che i morti. Tutto nella caratterizzazione del personaggio di Daniel suggerirebbe che sarebbe stato più felice se Giorgio avesse preso il suo posto nell’educazione del figlio. Ma è questa è una mia impressione.

Dati del libro

Titolo: L’inutilità della lettera Q

Autore: Valter Catoni

Edizione: Mondadori

Pagine: 300

ISBN:9788804641773

Book trailer    http://www.youtube.com/watch?v=rzCIEDhL-Zs